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La chirurgia delle vertigini è una chirurgia funzionale il cui principio fondamentale è quello di evitare ulteriori danni soprattutto alla funzione uditiva ed al nervo facciale. Le tecniche attualmente in uso soddisfano questa esigenza. Nel corso degli ultimi due decenni non si sono avuti cambiamenti radicali nelle tecniche, ma le indicazioni operatorie si sono affinate e modificate.
Si è ridotta la frequenza dei classici interventi «minori» di decompressione a favore di interventi otoneurologici «maggiori» di neurotomia vestibolare. Il criterio di efficacia ha sostituito quello di morbilità. Infatti, riducendo al minimo il rischio legato agli interventi chirurgici otologici, se ne è messa in evidenza l’efficacia, sempre che l’indicazione chirurgica sia corretta. Cos , la vecchia via di accesso posteriore retrosigmoidea, considerata come pericolosa ai tempi di Cushing, è diventata, grazie ai progressi della microchirurgia e dell’anestesiologia l’accesso più conservativo, il cui carattere poco invasivo rappresenta un miglioramento rispetto alla via sopra-petrosa e a quella retrolabirintica. La chirurgia delle vertigini può e deve portare alla scomparsa dei disturbi dell’equilibrio lasciando integra la funzione uditiva. |