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Gli impianti cocleari sono protesi elettriche che hanno la finalità di sopperire a un deficit bilaterale dell'orecchio interno, di grado profondo o grave, acquisito o congenito. Contrariamente alle protesi uditive acustiche, che agiscono per mezzo dell'organo di Corti, gli impianti cocleari stimolano direttamente il nervo acustico.
Mai prima d'ora era stata concepita una tecnologia innovativa con un tale impatto nel campo dell'udito. Tuttavia, lo sviluppo degli impianti cocleari non manca di paradossi. La loro disponibilità vera e propria, si parla di una quindicina di anni appena, è stata accolta da alcuni con entusiasmo, da altri con incredulità e anche con ostilità. Secondo gli interessati, questo scetticismo era di natura scientifica (semplicità del segnale elettrico giudicato inconciliabile con la raffinatezza di analisi della coclea in condizioni fisiologiche), emotiva (difficoltà nel considerare un intervento chirurgico su un bambino privo dell'udito fin dalla nascita) o puramente culturale (paura di vedere scomparire la comunità dei Sordi). I lavori pubblicati su tale argomento contrastano per la loro molteplicità con il numero limitato di soggetti impiantati in tutto il mondo (meno di 30.000 a tutt'oggi). I benefici riportati in queste pubblicazioni sono innegabili, ma richiedono un'équipe interdisciplinare molto ben organizzata, con mezzi materiali e soprattutto umani adatti alle esigenze, in particolare dei bambini piccoli.
In generale, è possibile affermare che lo sviluppo degli impianti cocleari e i risultati che ne sono conseguiti, hanno contribuito a una migliore conoscenza della sordità da parte del grande pubblico e dei vari organi di assistenza, anche se molti problemi restano irrisolti, soprattutto in Francia. È tuttavia auspicabile che la disponibilità dei servizi, ai quali i portatori di handicap uditivi hanno diritto, beneficerà dei progressi tecnologici degli impianti, fungendo da «locomotiva» nella lotta condotta nei confronti delle conseguenze negative della sordità.
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